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NEW DAY

L'inizio della primavera coincide per i curdi, con il festeggiamento del loro capodanno, il Newroz. Una tradizione di origini zoroastriane nata in Persia in epoca preislamica, vuol dire letteralmente "nuovo giorno", ma per il popolo curdo questa festa è diventata un importante momento di unità nazionale. Attraverso questa ricorrenza, i vari gruppi tribali, discendenti dagli abitanti dell'arco montuoso formato dai monti Tauro e Zagros, ricordano l'antico passato comune rinsaldando così la propria memoria collettiva, compromessa dalle politiche repressive attuate dai diversi Paesi in cui sono distribuiti.
Come è noto, infatti, i curdi si trovano divisi tra quattro Stati: Turchia, Siria, Iran e Iraq. Dalla fine dell'impero ottomano ad oggi, nessuno di questi Stati ha riconosciuto la legittimità delle rivendicazioni di indipendenza nazionale. La leggenda vuole che il 21 marzo del 612 a.C., i Curdi siano stati liberati dalla dinastia persiana dei Pishdad grazie all'intervento del fabbro Kawa, che uccise il re persiano Giamshid. Questi aveva due escrescenze sulle spalle che si nutrivano di cervelli umani: il tributo umano che le popolazioni a lui sottomesse dovevano pagare era quindi molto alto. Un giorno, però, Kawa si ribellò e uccise Giamshid, ponendo fine a questo sopruso. Accese, poi, un fuoco con il quale guidò il ritorno del suo popolo tra le montagne.
Il fuoco come segno di purificazione, i grandi fuochi a segnare degli spazi di libertà sotto la costante minaccia della repressione armata della polizia che, specialmente in Turchia, non tollera questa forma di rivendicazione politica, sociale e religiosa.


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